- Illuminazione
- 3330 views
I grandi classici del design non passano mai di moda: anche se create nel secolo scorso, lo stile d'avanguardia di alcune lampade le ha rese delle vere e proprie icone del design, tanto da essere prodotte ancora oggi dai principali brand dell’illuminazione.
Hanno ispirato e innovato, ma soprattutto lasciato un segno entrando a far parte dell’immaginario collettivo, scrivendo la storia del design. Impermeabili al passare del tempo, alle mode e ai cambiamenti sociali, queste lampade iconiche nascono dalla matita dei più importanti designer nel settore dell’illuminazione, tra cui Achille e Pier Giacomo Castiglioni, Vico Magistretti, Gio Ponti, Richard Sapper, Pio Manzu, …
Al giorno d’oggi esse sono diventate oggetti indispensabili per gli amanti del design, elementi fondamentali nel contesto abitativo, in grado di trasformare radicalmente la percezione degli spazi grazie alle loro forme e alle sorgenti luminose.
Di seguito raccontiamo la storia di 6 delle lampade di design storiche più famose, tutte presenti nel nostro online store.
ATOLLO – Vico Magistretti per Oluce
Atollo, disegnata da Vico Magistretti per Oluce nel 1977, trasforma un funzionale oggetto domestico in una scultura astratta dalle proporzioni perfette. Archetipo della lampada moderna, fa parte della Collezione Permanente del Design Italiano 1945-1990 alla Triennale di Milano. Essa è ornata da due elementi distinti, collegati da tra loro da un elemento sottilissimo, che crea infiniti giochi di luce e ombra. Il cilindro conico è dotato di una base larga per aumentare la sua stabilità, e sostiene il peso della cupola superiore, quasi una rivisitazione dei paralumi in tessuto. La lampada di design Atollo è disponibile in tre dimensioni differenti e nelle diverse finiture oro, metallo bianco o nero e vetro opale.
TIZIO – Richard Sapper per Artemide
Un’idea innovativa, una realizzazione adeguata, un buon design, l’armonia tra forma e funzione e il rapporto qualità-prezzo: tanti sono gli elementi che fanno il successo (duraturo) di un prodotto. La pluripremiata lampada da tavolo Tizio li riassume tutti. A realizzarla per Artemide, nel 1972, fu il designer tedesco naturalizzato italiano Richard Sapper. Il concept è semplice: una lampada da scrivania a luce diretta, la cui base non occupi molto spazio e sia orientabile e leggera. Ma quello che la caratterizza più di ogni altra cosa è la totale assenza di cavi elettrici. La corrente, infatti passa attraverso i suoi bracci che fungono da conduttori. Un ottimo isolamento impedisce di prendere la scossa. Questa lampada ha poi la peculiarità di essere completamente snodata, così da poter assumere moltissime posizioni con il semplice tocco di un dito, grazie a un bilanciatissimo gioco di contrappesi.
ECLISSE – Vico Magistretti per Artemide
Vico Magistretti racconta di aver progettato la lampada Eclisse mentre si trovava a Milano e di averla disegnata sul retro di un biglietto della metropolitana, nel 1965. L’ispirazione gli venne dalla lampada usata da Jean Valjean nei Miserabili di Victor Hugo. Tre semisfere: due fisse – la base e la calotta esterna – e una mobile, la calotta interna, inserita in quella esterna. L’utente diventa protagonista, perché può modificare l’effetto della luce muovendo la calotta interna e oscurando a piacere la lampadina. Esattamente come durante un’eclissi di luna. Una caratteristica concettuale ma anche funzionale, che permette all’oggetto di essere utilizzato come fonte di luce diretta o diffusa a seconda delle necessità. La lampada è esposta nella collezione permanente del Triennale Design Museum di Milano e del Museum of Modern Arts di New York.
ARCO - Achille e Pier Giacomo Castiglioni per FLOS
“Pensavamo a una lampada che proiettasse la luce sul tavolo: ce ne erano già, ma bisognava girarci dietro.” La sfida, per i Castiglioni, era quella di far arrivare la luce dall’alto senza dover mettere un lampadario al soffitto o qualcosa di ingombrante vicino a un tavolo. Pier Giacomo e Achille optarono per materiali già in commercio e studiarono a fondo anche il problema del contrappeso: a un iniziale blocco di cemento preferirono invece il marmo, perché a parità di peso comporta un minore ingombro – e quindi anche un minor costo durante il lavoro di finitura. Così nacque l’iconico blocco da 65 kg, dotato di foro per farvi passare all’interno un manico di scopa e permettere con agilità il sollevamento della base. Arco è una delle lampade di design più famose e vendute al mondo e fa parte della collezione permanente della Triennale di Milano e del MoMA di New York.
PARENTESI – Achille Castiglioni per FLOS
La lampada Parentesi, ispirata da un’idea solo abbozzata di Pio Manzù, è un meccanismo basato semplicemente sull’attrito tra due parti, riassunto dell’estetica del necessario-e-sufficiente. Si tratta di un meccanismo molto semplice: un cavo di acciaio agganciato al soffitto mantenuto in tensione tramite un contrappeso di piombo; un tubo d’acciaio a forma di parentesi che scorre lungo il filo; una lampada dotata di verniciatura argentata del retro, in modo da direzionare la luce senza riflettori. “Il minimalismo formale deve corrispondere a un’idea, a un concetto, ed esiste dalla preistoria questa tendenza a fare il minimo, però in forma ingegnosa ed efficiente.” La lampada, razionale, priva del superfluo, vero manifesto del principio forma=funzione, vinse la XI edizione del Compasso d’Oro nel 1979 ed è attualmente esposta al Museo del Design della Triennale di Milano.
TOLOMEO - Michele de Lucchi e Gianfranco Fassina per Artemide
La lampada Tolomeo dal 1987 ha saputo affrontare tutte le tendenze e le mode, classificandosi come uno degli oggetti di design senza tempo e simbolo del Made in Italy. Per la messa a punto dei meccanismi del progetto è stato importante il contributo del responsabile dell’ufficio tecnico di Artemide, Giancarlo Fassina, con il quale De Lucchi ha ritenuto di condividere la firma. D’ispirazione sono state le tanto note lampade a molla e le canne da pesca dei pescatori, che tramite tiranti e snodi hanno dato vita a un oggetto perfetto e dalla struttura solida e in perfetto equilibrio. Forme pure ed essenziali caratterizzano questa lampada composta da una base, un disco in alluminio lucidato, a cui è fissato il corpo lampada. La presenza del meccanismo di equilibratura a molle permette le infinite posizioni e la rende adatta anche per illuminare il tavolo di lavoro. Un design unico e talmente ben fatto che, nel 1989, riesce ad aggiudicarsi il rinomato Compasso d’Oro. “La Tolomeo è una formula, è una filosofia di prodotto” descriveva De Lucchi: il nome della lampada, infatti, viene dall’ astronomo e matematico dell’antica Grecia, un nome adatto per una lampada dalla”mentalità scientifica”. Il successo di questa icona di design continua ancora oggi con un’intera famiglia di lampade e una produzione da mezzo milione di pezzi all’anno.